Parola poco pensata porta pena
Seconda metà di Gennaio. La mia esperienza sta per concludersi e, con essa, si chiude un capitolo bellissimo e difficile che occuperà un posto privilegiato tra i miei annali.
Le immagini che rimarranno, inevitabilmente, impresse saranno i volti delle persone che ho incontrato di sfuggita, per giorni, settimane e mesi, con più o meno costanza, che hanno condiviso con me momenti di studio, divertenti, culturali, turistici e di confronto. L’occhio di chi parte, di chi si rende disponibile e partecipe di un’esperienza del genere deve, senza ombra di dubbio, essere obiettivo e moderatamente critico: obiettivo, perché l’obiettività sta alla base della piacevole convivenza; moderatamente critico, perché è bello avere delle ideologie precise, ancor più bello se proprie, senza cadere nell’estremismo che va in conflitto con uno dei maggiori valori vissuti nelle relazioni interpersonali ma, soprattutto internazionali, cioè il rispetto.
Avere ideologie, culture e religioni diverse, oggi, è molto comune e conviverci è sempre più difficile, particolarmente se le nostre istituzioni “twitterine” e agenzie di informazione (poco “informanti”) non fanno nulla per garantire una piacevole e pacifica convivenza.
Prima di spedire le anime al mondo, il nostro (loro, monoteista e politeista) Dio dovrebbe munire tutti di un bel libretto istruttivo, con tanto di figure illustrative. Allora voglio immaginare anche un bel paragrafo riservato al divieto di uccidere, con annessi i giusti settings per trattenere i neuroni, palesemente deviati, che disturbano l’equilibrio quotidiano della vita. State ben attenti però, non deve essere pieno di dottrine vecchie e nuove che i soliti personaggi con talare (e attico annesso) vogliono inculcare nelle menti più o meno improsciuttate. Mi riferisco più ad un libretto scritto alla Francesco, parole popolari, a prova di cretino, di quelle che entrano dritte nelle case, nei palazzi importanti.
Praticare la fede, per me, è proprio questo: centrare il bersaglio con poche parole e tanti fatti. Il Papa lo fa e per questo crea fastidio, forse perché molti di noi non sono “abili nel tiro a freccette” e non possono centrare nessun obiettivo.
La storia ha vissuto diverse epoche, noi stiamo vivendo l’epoca in cui è più bello leggere i tweets di Salvini e farne una vera e propria bibbia.
Poco m’importa, poi, delle battaglie virtuali continue, dove la prima vittima è la grammatica italiana. Ah! povero Robertino Benigni, condannato in primo grado dal web per i fior di milioni richiesti per lo show alla Rai. Proprio lui, che negli ultimi vent’anni di televisione (non me ne voglia Piero Angela) ha fatto gli spettacoli più educativi e culturali.
Ma, dopotutto, queste sono solo mie strane idee, da molti viste troppo progressiste, da altri qualunquiste, da altri inattuabili.
Siamo puntini che, ogni giorno, mandano avanti la baracca del nostro pianeta. Però, dopo aver visto un ambiente completamente diverso dal mio, penso che puntini di diverso colore possano convivere, possano portare avanti l’idea utopica di un sistema multi-agente collaborativo. Quei sistemi che, nel meraviglioso mondo dell’intelligenza artificiale, sono formati da entità che agiscono per il mutuo beneficio.
Per poter raggiungere questo scopo, non mi viene nient’altro in mente che Sant’Agostino con la sua più celebre frase: “Ama e fa ciò che vuoi.”
Allora sentiamoci liberi di amare. Tra i tanti significati, amare significa, anche, consentire ad altri di avere l’opportunità di fare le stesse cose che possiamo fare noi; amare significa, anche, non essere d’accordo riguardo un’opinione ma rispettarla; amare significa, anche, mangiare, per educazione, un pasto di una cultura diversa, che magari non ti piace, cucinato per te e ringraziare per questo momento di condivisione.
Ora, io non mi aspetto che il mondo cambi dopo questo post ma, sicuramente, può migliorare. Ognuno di noi può contribuire al sogno di vivere nella pace senza più vittime innocenti. Basta pensare prima di scrivere, pubblicare, parlare. Seguendo il vecchio proverbio: Parola poco pensata porta pena.
1The one who does not remember history is bound to live through it again.
2Chi non ricorda la storia è condannato a viverla di nuovo.
3(Santayana)