Il pericolo di un abbraccio
Quanto è pericoloso condividere l’amore e la genuinità di un abbraccio? La risposta è alquanto scontata: poco.
L’amore, in tutte le sue forme, è una delle cose meno divisive nel mondo e il motivo è solo uno: l’essere umano non è in grado di non amare. Anche il più terribile e spregevole degli esseri umani ama o ha amato qualcuno.
E allora, perché dovrebbe essere rischioso condividere un video di persone che si abbracciano?
Voglio chiederlo alla mia bolla di Instagram: gente a modo e persone per bene che, in un mondo accecato dalle tragedie e dai drammi geopolitici, decidono per qualche strano motivo di schivare ogni possibile schieramento e non parteggiare neanche per i gesti d’amore in formato reel da trenta secondi.
Farò un paio di premesse (non per fare l’uomo che premette ma per specificare meglio l’intento di questo scritto):
- In questo post scriverò ancora di Instagram e mi concentrerò sull’aspetto dei like: non ho mai considerato il numero di like e l’hype dei miei post interessanti o meritevoli di attenzioni, in questo caso li userò solamente a scopo statistico e per capire meglio un fenomeno sociale che ho individuato e credo ci appartenga
- Non è un attacco diretto alla mia bolla di Instagram (cioè i miei follower, gente con cui ho avuto un contatto attivo negli ultimi sei mesi e che considero parte della mia quotidianità e dei miei rapporti sociali nella vita reale) ma è una presa di coscienza rispetto alla società intorno a noi.
L’oggetto della riflessione
Qualche giorno fa, ho condiviso su Instagram un video che ritraeva persone intente ad abbracciarsi in maniera spontanea durante un esodo forzato in territorio di guerra: sinceramente non so quali fossero i reali motivi dell’abbraccio, probabilmente per farsi forza a vicenda o in alcuni casi perché si incontravano congiunti nella via della disperazione. Non lo so, non lo sapremo mai. La cosa palese è che le persone in quel video non avevano nient’altro da donare se non quel gesto di affetto sentito e pieno di amore reciproco.
Ho deciso di condividerlo, così come qualche altro paio di post negli ultimi anni, perché ho pensato ne valesse la pena. L’amore va condiviso a dispetto di chi cerca di polarizzare anche l’umanità di un abbraccio. Non faccio mai le cose per caso, ogni volta che rendo pubblico o condivido con amici qualche contenuto di ragionevole delicatezza e importanza, lo faccio con cognizione di causa. Mi pongo le domande: può essere di ispirazione per altri? Può sortire lo stesso effetto emozionale che ha avuto su di me? Se la risposta è affermativa vado avanti, altrimenti rimango tendenzialmente con le mie riflessioni quotidiane e skippo al prossimo reel o, meglio ancora, smetto di usare l’applicazione.
La statistica
Non sono un pubblicatore seriale di immagini e post personali sui social ma ogni tanto mi diverto a condividere pensieri, parole, opere ed omissioni (senza offesa al messale romano) sui social.
Piccola nota a corredo: non pubblico mai contenuti falsi, potenzialmente falsi o artefatti per manipolare l’informazione. Su questo aspetto ci tengo molto, dopo la pandemia del 2020 ho sempre preferito dire una parola in meno piuttosto che scrivere cose random senza la certezza della veridicità del contenuto.
Considero la totalità dei miei follower persone con un pensiero critico sopra la media, alfabetizzate funzionalmente e capaci razionalizzare tutti i contenuti che vengono spammati su Instagram.
Proprio questa caratteristica rafforza di gran lunga il motivo di questo post. Non capisco il motivo per cui un video così bello e ricco di emozione possa aver provocato pochissime reazioni in chi di solito di reazioni abbonda sui post più scanzonati e leggeri. Ho recuperato il numero di like e visualizzazioni gli ultimi cinque post per la categoria “storie leggere” ed altrettanto ho fatto per la categoria “storie impegnate”.
| Tipologia | Storie leggere | Storie impegnate |
|---|---|---|
| Visualizzazioni | 70 | 70 |
| Media reazioni | 12 | 3 |
| Percentuale | 17% | 4% |
Il dubbio
I motivi per cui la media di reazioni e commenti delle storie impegnate sia più basso (-13%) possono essere diversi, ne cito alcuni:
- assuefazione: ormai siamo bombardati da pessime notizie, guerre, disperazione e tragedie che non ne subiamo più gli effetti emotivi
- bisogno di leggerezza: siamo tempestati da contenuti negativi sui media dunque cerchiamo rifugio nella banalità per staccare dalle nefandezze del mondo intorno a noi
- paura di esporsi: in un contesto in cui esporsi può valere un serio problema nella vita reale preferiamo rimanere super partes per non avere ritorsioni di qualsiasi tipo
- divergenza di pensiero: l’ipotesi più remota è il mancato “endorsement”. Il mio profilo è privato e composto da una ristretta cerchia di followers con cui condivido molto nella vita reale dunque reputo difficile avere un gap così evidente
Potrei elencare altri motivi ma mi limiterò a questo che reputo abbastanza validi.
Conclusione
L’unica conclusione che mi preme scrivere verte sulla nostra impotenza rispetto ai drammi che la società ci mette davanti. La maggior parte di noi ha il coraggio di far nulla rispetto a situazioni di vera ingiustizia e disumanità. Abbiamo tante cose da perdere forse, agi a cui ci hanno abituato le generazioni prima di noi che hanno goduto della Belle Epoque della seconda metà del novecento. Troppo da perdere per rischiare un like o un endorsement a chi chiede a gran voce visibilità e attenzione in un mondo in cui l’umanità è stata rinchiusa nel cassetto e la chiave nascosta molto bene.
Ho ancora, seppur minima, la speranza di rivedere quegli abbracci, con gli stessi attori ma in tenuta dignitosa e sopratutto in salute. Come un remake della scena iniziale di Love Actually ma ambientato nel 2025.
E infine si abbracceranno,
tenderanno le loro mani,
si stringeranno,
i loro corpi produrranno calore,
né eserciti né stati,
li divideranno.
C.